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Storia

Caloveto, paesello carico di storia, appollaiato sul crinale di colline che salgono dal mare e fanno da contrafforte alla Sila Grande, a destra della valle del fiume Trionto, nacque nel se­colo IX, allorquando un gruppo di monaci acemeti vi si stabilì, scavando nella roccia una se­rie di grotte, che funsero da Monastero (in cui venerare il loro santo, Giovanni Cali­byta), nonchè da chiesa e da approvvigionamento idrico degli abitanti che da lì a poco popo­larono il borgo. Col tempo, quindi, attorno al monastero di S. Giovanni di Calabyta, si addensò una piccola comunità agricola che diede origine a Caloveto. Il suddetto monaste­ro, originariamente di rito greco e poi (1237) latinizzato dai Benedettini, ospitò nell'anno 1003 S. Bartolomeo da Rossa­no, allora ancora dodicenne, che vi restò per tutto il tempo in cui non si perfezionò nello studio dei sacri testi e nella disciplina della vita monastica. Il cenobio medievale prosperò sotto i Normanni ed il paese si estese passando da una do­minazione all'altra. Infeudato inizialmente ai Sangineto, Ca­loveto passò successivamente ai Santangelo, ai Ruffo di Montalto, ai Guindazzo (1471), ai Cavaniglia (1480), ai d'Ara­gona duchi di Montalto (1507-1593), ai Mandatoriccio (1593-1696) ed infine ai Sambiase, Principi di Campana (1696-1806). In base all'ordinamento ammi­nistrativo disposto dal Gene­rale Championnet (1799) fu compreso nel Cantone di Cirò. Nel 1807 fu classificato come "luogo" e inserito nel "Gover­no" di Cariati. Con la legge 4/5/1811 fu dichiarato Comune e incluso nel Circondario di Cropalati. Retrocesso a frazione di Cro­palati nel 1928, fu ricostituito come Comune autonomo nel 1934.

Comune di Caloveto

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